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Aggiornamento: 8 nov 2021

“Al Marchese Emilio Pucci - Palazzo Pucci - Via de’ Pucci 6 – Firenze” Questo il destinatario e l’indirizzo di una missiva importante che nel 1954 comunica l’attribuzione al Marchese Emilio Pucci di Barsento del Neiman Marcus Award, il prestigioso Oscar della Moda americano. Eclettico visionario appassionato …. “The Prince of Prints” (così era acclamato negli Stati Uniti, paese che lo ha sempre amato moltissimo) ha tratteggiato una strada personale e indelebile nel panorama della Moda che ancora oggi evoca libertà, leggerezza e una certa educata irriverenza.



Alla Moda Emilio arriva quasi per caso: finita da poco la Seconda Guerra Mondiale si mantiene facendo l’istruttore di sci al Sestriere; facile per lui che nel 1936 ha partecipato con la squadra nazionale italiana alle Olimpiadi invernali. Meno scontata una mano felicissima e creativa che disegna alcune mise da sci decisamente innovative. Manca la scintilla d’innesco, che arriva sotto forma di una fotografia ormai leggendaria in cui Pucci aiuta sulla neve con gesti elegantissimi una affascinante Toni Frissel che indossa una delle sue creazioni per lo sci. Lo scatto viene pubblicato da Harper’s Bazaar, il successo è immediato.


Dopo soli 3 anni nel 1950 apre la prima boutique a Capri: l’isola che incanta sta diventando una delle mete preferite dei ricchi americani in viaggio in Europa, e Pucci c’è. Seguono le sfilate collettive, prima a Casa Giorgini nel 1951 e poi nella Sala Bianca di Palazzo Pitti nel 1952. L’Oscar della Moda del 1954 consacra una Star affermata che ingrandirà e consoliderà il variopinto e sempre affascinante mondo Pucci senza trascurare l’impegno civico: Consigliere Comunale a Firenze, Deputato della Repubblica, Sottosegretario al Ministero dei Trasporti, Cavaliere del Lavoro …. la vita di Emilio Pucci sembra quasi essere più lunga delle altre, con più giorni, più mesi, più anni!

La parte che mi affascina di più però è quella degli anni giovanili. Nato nel 1914 dopo la partecipazione alle Olimpiadi del 1936 prosegue gli studi negli Stati Uniti. Nel 1938 si arruola nella Regia Aereonautica dove si distingue, pur fra mille difficoltà personali e del periodo storico, fino ad essere insignito con la Croce di Guerra al Valor Militare e con 3 Medaglie d’argento al Valor Militare.



Rientrato a Firenze dopo l’Armistizio dell’8 settembre, viene raggiunto da Edda Ciano Mussolini a cui è legato da un’amicizia storica. La figlia del Duce all’indomani dell’Armistizio è stata deportata a Monaco di Baviera con i figli che ha lasciato in ostaggio per tornare temporaneamente in Italia nel tentativo di cercare di salvare la vita al marito Galeazzo in carcere a Verona. Spera di riuscirci brandendo la minacci di rendere pubblici i diari di Ciano, temuti da Mussolini e Hitler, cercati dagli Alleati. La battaglia interiore deve essere stata dilaniante, i diari scompaiono, si dice che solo a Pucci abbia confidato dove sono. Fallito il tentativo di salvare la vita a Galeazzo, Emilio accompagna Edda in Svizzera dove l’aspettano i figli (il prezzo per il suo silenzio), ma al suo rientro in Italia viene arrestato dalla Gestapo e portato nel carcere milanese di San Vittore dove sarà a lungo interrogato e torturato senza mai, né in quella circostanza né in futuro, rivelare dove fossero stati nascosti.

Scarcerato viene trasferito e curato in ospedale a Lugano, immagino per un gesto di riconoscenza dell’amica, dove rimane fino alla fine della guerra. Lontano da casa e dalla famiglia trova lavoro come istruttore di sci a Zermatt da dove nel 1947 si trasferisce al Sestriere. Il resto lo sappiamo.

Ve l’avevo detto che la sua vita sembra essere più lunga delle altre!


Nicoletta de Menna da sempre appassionata di storia moderna e contemporanea, che racconta come filo conduttore gli abiti e le mutazioni del costume. @nicoletta_de_menna Facebook e Instagram #lamodaraccontalastoria

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