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Quanta passione dentro un flute di prosecco



La famiglia Gallarani Scotti Bonaldi gestisce l'Azienda Agricola "Abbazia di Busco" nella Trevigiana che produce un Prosecco di nicchia e di altissima qualità. Abbiamo chiesto a Maria Luisa Bonaldi come si riconosce un buon prosecco.

"Ottima domanda! Un buon prosecco si riconosce prima di tutto usando i sensi: la vista per osservare il perlage che deve essere morbido ma costante; il gusto per valutare il grado di acidità - che non deve essere mai eccessivo - e il corretto mix di sapori; l’olfatto, per annusare l’aroma delicato e floreale che spesso nei prodotti industriali non si percepisce. Tanti elementi, tante sensazioni che ci aiutano a capire se il prosecco è realizzato in modo naturale da vitigni coltivati con cura."


Come si serve in modo corretto? "Il Prosecco va sempre servito freddo - intorno ai 6-7 gradi - e questo è importantissimo perché solo a questa temperatura si apprezza perfettamente aroma, gusto e frizzantezza. Ricordate poi che è preferibile usare la flûte perché le catenelle di bollicine possono estendersi per tutta l'altezza del bicchiere."

Abbinamenti sì, abbinamenti no? Pesce e crostacei amano moltissimo il prosecco, soprattutto se crudi o preparati in modo semplice. Un pesce al forno o una zuppetta di molluschi sono piatti ideali per essere accompagnati da un calice di prosecco. Evitate il prosecco con i Carciofi che, soprattutto a Roma, sono sempre protagonisti nella tavola natalizia. Sono buonissimi ma hanno un gusto molto ferroso che copre completamente il gusto delicato delle nostre bollicine.

Abbazia di Busco: un luogo, un’etichetta, una famiglia…

Abbazia di Busco nasce nel Settecento nel Trevigiano ed è prima di tutto la storia della mia famiglia e dei luoghi dove abbiamo sempre vissuto. Un lavoro fatto di fatica, passione e tantissimo amore che dà vita a una produzione vinicola di nicchia ma di grande livello.


Un’azione Agricola molto radicata nel territorio.

Abbazia di Busco, dove lavoriamo io, mio fratello e tutta la sua famiglia, si trova nel cuore del Veneto tra quelle terre dove il prosecco ha raggiunto il massimo della sua produttività e da dove e partito per la conquista del mondo.


Busco è stata una delle Abbazie più grandi del Veneto e i monaci che la abitavano gestivano un territorio vastissimo che copriva almeno 3/4 del trevigiano. Oggi dell’Abbazia originaria rimane solo una parte che è fortunatamente proprio all’interno della nostra proprietà e che noi tuteliamo e salvaguardiamo gelosamente proprio perché vogliamo che rimanga, oggi e per sempre, un grande punto di riferimento per questo territorio e per tutto il Nord Est Italiano.


Qual è la vostra filosofia di produttori e di imprenditori vinicoli?

Teniamo tantissimo al rispetto della natura, della sostenibilità e soprattutto alla diversità. Non abbiamo solo vigneti, coltiviamo anche mais, barbabietole e abbiamo destinato ben trenta ettari ad un bellissimo noceto. Tutti prodotti del territorio che abbiamo mantenuto proprio perché garantiscono rispetto e biodiversità.

Inoltre abbiamo deciso di limitare l’industrializzazione del sistema produttivo: dove possibile, facciamo le cose come una volta, lavorando noi stessi in prima persona e questo, per noi, fa la differenza.

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