Tutti parlano di CHAT GPT e AI. Facciamo il punto e cerchiamo di capire insieme cosa sono e che impatto avranno sulla nostra vita.
Ma insomma, cosa diavolo è CHAT GPT che perché è sempre associata a AI? Bella domanda! E' il trend topic del momento e sembra complicato, ma non lo è: avete presente l’occhio rosso con cui parla l’astronauta in 2001 Odissea nello Spazio? Beh, una roba del genere.
DUE O TRE COSE DA SAPERE...
Chat GPT, acronimo di Generative Pretrained Transformer, è la chat più figa che c’è: voi fate una domanda e lei vi risponde nel modo più chiaro e semplice. E' predisposta (Pretrained) per imparare da sola e rendere (Transformer) le vostre richieste comprensibili a una “macchina”, sia essa un computer, un cellulare o qualunque altra diavoleria tecnologica.
Chat GPT ragiona come una persona: è l’ultimo e più innovativo strumento digitale che utilizza l’AI (Intelligenza Artificiale) per apprendere da solo ed elaborare autonomamente un linguaggio potente e versatile. In altre parole è il perfetto tres d'union tra voi e la tecnologia.
Per questo non si può parlare di Chat GPT senza parlare di AI, la scienza informatica che crea strumenti intelligenti che pensano e agiscono come noi umani, imparando, pianificando, razionalizzando e risolvendo problemi. Tutto grazie all'intelligentissimo John McCarthy che nel 1956 conia il termine AI e inizia il lungo cammino di avvicinamento tra noi e le macchine, che a quei tempi si chiamavano “cervelli elettronici” e erano gli antesignani dell’indispensabile "device" su cui io sto scrivendo e voi state leggendo.
E dopo sessant'anni ecco la nostra nuova amica GPT, che fa impallidire la povera Alexa di Google e che sostituirà molte chat che già trovate in tantissimi siti ma che sono ancora gestite da persone che leggono e rispondono… e forse non sanno cosa dirvi, forse sono impegnate con qualcun altro o forse sono andate a fare la pipì. Chat GPT invece non dorme, non mangia, è sempre lì e non sbaglia mai perché è un concentrato di Intelligenza Artificiale.
Tutto questo grazie a OpenAI la Company che ha creato Chat GPT e l'ha "rilasciata" lo scorso novembre. I soliti ben informati già la paragonano a Microsoft, Apple o Meta per il grande valore e per l'enorme impatto che sta avendo e avrà sulla nostra vita.
E c'è da aggiungere che OpenAI non è un’azienda privata ma una Organizzazione No Profit e Open Source a cui, teoricamente, tutti possono partecipare e contribuire… altra grande figata!
...MOLTE COSE SU CUI RIFLETTERE
Ora è tutto chiaro: AI e Chat GPT disegnano un futuro fatto di macchine sempre più potenti con le quali possiamo interagire in modo semplice e... naturale. Un futuro che è già qui e che trovate negli assistenti vocali (Siri, metti il timer a 10 minuti) nel navigatore che vi indica la scorciatoia o nel traduttore che vi fa parlare in tutte le lingue del mondo.
Nei software, nelle app, nei widgets e nei (ro)bot che usiamo ogni giorno c’è sempre l’AI che sta anche dietro gli algoritmi per navigare meglio e velocemente online, che vi propongono l’influencer giusto su Instagram o il video che vi fa più ridere su TikTok. AI è anche nel rider che vi sta portando la pizza e nel taxi che chiamate con un clic.
Ovviamente intellettuali, filosofi, opinion leaders e maître à penser non hanno perso tempo dando il via a un dibattito culturale su cosa significhi tutto questo e su quali saranno le conseguenze. Cosa accadrebbe se AI invadesse la nostra esistenza prendendo decisioni autonome (ve l’ho detto: 2001 Odissea nello Spazio)? E se invece di un aperitivo con gli amici mi chiudo in casa con Chap GPT a fare quattro chiacchiere? E se vostro figlio facesse i compiti interrogando l’algoritmo, non studiasse più ma prendesse tutti 10?
Molti artisti hanno messo da parte colori e pennelli, hanno scritto a Chat GPT cosa volevano dipingere e hanno creato opere d’arte utilizzando algoritmi artistici, come Dall-E2, che generano immagini dal testo. Possiamo giudicare un pittore dalle parole con cui ha dialogato con AI piuttosto che dalle sfumature di colore che avrebbe dovuto mettere su tela?
Sono già disponibili online App AI che compongono musica autonomamente sulle richieste del musicista, mentre al cinema gli algoritmi sono già utilizzati, tra l'altro, per valutare le sceneggiature e prevedere gli incassi.
La nostra opinione? Il futuro non va fermato ed è sempre utile guardare alle innovazioni con fiducia. AI ha molto da dare e noi, al netto di ogni snobismo, abbiamo un gran bisogno di aiuto per migliorare.
Dove andremo? Molto lontano, si spera. Poi dipende da ognuno di noi, da quanto abbiamo voglia di pensare con la nostra testa, di superare gli ostacoli da soli, di sognare a occhi aperti.
O di scrivere questa newsletter senza Chat GPT e AI perché, almeno per ora, ci piace offrirvi spunti di riflessione alla vecchia maniera, in modo per nulla "artificiale" e con un pizzico di "intelligenza".
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