Vestire in modo etico non è una tendenza snob
ma un impegno che dobbiamo rispettare.
Per molti di noi la moda è frivolezza e capriccio, bellissima certamente, ma anche vacua e spesso fuori contesto. Eppure ogni giorno apriamo l’armadio, scegliamo cosa indossare e, di conseguenza, che ruolo interpretare. Il nostro rapporto con i vestiti è l’odi et amo di catulliana memoria, costellato di scelte sbagliate, di armadi inutilmente pieni che guardiamo sconsolati perché hanno tutto ma proprio tutto, tranne quella camicetta che, proprio ora, sarebbe stata perfetta.
Cosa ne è stato delle nostre nonne che sentenziavano “meglio poche cose ma buone”. Per quale motivo compriamo così tanto, spendiamo così tanto, sbagliamo così tanto?
Domanda complessa alla quale prova a dare una risposta Marta D. Riezu nel suo saggio “La moda giusta, un invito a vestire in modo etico” che ci fornisce un quadro accurato sul modo contemporaneo di acquistare, fruire e subire il fashion.
Acquistiamo 50 capi l'anno che indossiamo in media 6 volte.
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